5ª uscita ufficiale
del 2008: 50 km dei forti (Folgaria) |
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Disputata oggi a Folgaria la 5ª uscita ufficiale del programma 2008: la 50 km dei forti (atto II). Splendida cavalcata tra pascoli, boschi, ex strade militari e testimonianze della "Grande Guerra". Ben 20 i bikers al via, che hanno tenuto a battesimo la nuova divisa Lòffler. Peccato per la brutta caduta che nella lunga discesa verso Malga II Poste ha visto coinvolti il Rinco Onorario Franco e il New-Rinco Uomo Silente. Dito rotto per il primo, scheggiatura a una costola per il secondo. |
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Folgaria (TN), 19-07-2008. Partiamo subito dalle note dolenti, ovvero dal bollettino medico del Pronto Soccorso: dito medio rotto per il Rinco Onorario Franco, scheggiatura ad una costola per il New-Rinco Luca, l'Uomo Silente. E' questo, in estrema sintesi (sorvolando sulle numerose escoriazioni e sui punti di sutura necessari e ricucirle), il risultato della brutta caduta che ha visto coinvolti i due bikers nella lunga discesa che dal GPM di Costa d'Agra conduce a Malga II Poste. Un sasso ha fatto letteralmente girare di lato la bici di Franco, che stava a davanti ed è volato a terra, investito da Luca che lo seguiva a qualche metro. I pochi che hanno assistito all'incidente (il gruppo era infatti sgranato in un lungo trenino e qualcuno era già avanti, mentre la maggior parte sarebbe arrivata sul posto di lì a poco, n.d.r.) ha riferito di un volo da paura, tanto che è possibile ringraziare qualcuno molto in alto se i due hanno potuto risalire in sella e, pur con qualche acciacco, scendere fino alla vicina strada asfaltata per rientrare in anticipo alle auto e recarsi poi in ospedale, scortati dal vice-presidente Frà e da Paola, la fidanzata dell'Uomo Silente, che aveva preso parte all'escursione. Per la cronaca, anche le MTB hanno subito qualche danno, in particolare quella di Franco. Nell'urto a terra, infatti, il manubrio si è rigirato fino a far toccare la leva freno e la canna, ma per il gran botto ques'ultima è stata piegata dal freno stesso, passato al di là e rimasto poi incastrato. Il Presidente ha dovuto smontare le leve freno e cambio con la chiave a brugola per poter rigirare il manubrio nella corretta posizione e consentire a Franco di proseguire la discesa fino alle auto.
Ai nostri due soci vanno ovviamente gli auguri di una pronta guarigione da parte di tutti i Rinco Boys: vi aspettiamo al più presto nuovamente in sella, magari andando un po' più piano!
Per il resto è stata una grande giornata, con l'inaugurazione della nuova divisa ed una splendida sgroppata di 46 km in un ambiente naturale al 100%, tra verdissimi pascoli e fitte foreste, su belle strade forestali di origine militare, lungo le quali sono disseminate numerose testimonianze storiche del periodo bellico 1915-18.
La nuova maglia, realizzata dalla ditta austriaca Löffler (ormai da più di due anni nostro partner tecnico) si presenta graficamente molto simile a quella precedente (utilizzata nelle stagioni 2005-2006-2007, ndr), con bande verticali nei tre colori sociali, rosso-nero-bianco. Varia la posizione dei colori stessi, con il rosso che diventa predominate (prima era invece il nero) garantendo una maggiore visibilità. Sia sul davanti che sul retro della maglia compare il logo dello sponsor TRENTINO, mentre il logo "RB" del nostro Club, accompagnato dalla scritta "MTB CLUB TRENTO", sul davanti è stato rimpicciolito e spostato in alto a destra mentre sul retro è rimasto centrale (e grande), ma è realizzato in materiale riflettente, un'ottima soluzione - oltre che dal punto di vista grafico - per le eventuali uscite serali o comunque con rientro all'imbrunire, visto che il logo e la scritta, alla luce dei fari delle auto, si illuminano come lampadine!
Erano 20 i bikers partiti dal Passo del Sommo (m.1.336) poco prima delle 9,30. Dopo il via è stata imboccata la strada sterrata ex militare che risale il fianco della montagna, transitando vicino ad un ex postazione di guardia austriaca e poi al rifugio Stella d'Italia e poi più su, fino al Forte Sommo (1598), una grande ex fortezza austriaca dalla quale si poteva dominare l'intero altopiano sottostante.
Dal forte ci si è trasferiti in falsopiano fino al Rifugio Camini, dove si è conclusa la prima delle due salite lunghe (circa 6 km). Da qui si è scesi a Passo Coe (1611), dove è stata imboccata la strada asfaltata che transitando a fianco dell'ex Base NATO ha condotto fino a Malga Zonta, piccola struttura di ricovero per il bestiame divenuta tristemente nota per l'eccidio nazista dell'agosto 1944 e divenuta ora un sacrario militare. Da qui è stata imboccata la lunga discesa sterrata che passando per le malghe Campoluzzo Superiore, Campoluzzo di Mezzo e Campoluzzo Inferiore, ha portato fino al "Capel del Vescovo", una curiosa formazione rocciosa così chiamata perchè vista da una certa posizione ricorda la mitra, il tradizionale copricapo vescovile.
Dopo aver attraversato la piccola galleria, è ricominciata la salita, la più lunga della giornata: 8,5 km, dalla galleria fino alla forcella di Valbona, posta a 1.780 metri, passando per il rifugio Rumor. Una salita con pendenza media del 6%, ma con punte del 13-14% e fondo non sempre scorrevole, a rendere più difficoltosa l'ascesa. Qui il gruppo si è sgranato parecchio, come sempre accade nelle ascese più lunghe, dove ognuno procede col suo passo e ritardi si fanno consistenti. Una volta giunti al valico di Valbona, posto circa a metà dell'itinerario, è stata fatta la sosta pranzo, consumato al sacco su un prato baciato dal sole con panorama sulle valle del vicentino. In questa occasione si è particolarmente distinto lo Schiaccianoci del Terminillo, capace di divorare 5 (sì, non è un errore di battitura, c'è scritto proprio 5) panini, oltre a mele, prugne, uvetta e altre leccornie spiluccate qua è là. Una vera fogna in grado di divorare qualsiasi cosa gli venga buttata dentro!
Dopo il ristoro il gruppo ha ripreso le bici per scendere un breve tratto di strada asfaltata e poi deviare nuovamente nei prati in direzione del GPM di giornata, sul colle di Costa d'Agra, a quota 1.800 metri. Qui si è pedalato su un vero e proprio "panettone" ricoperto d'erba, senza nemmeno un albero all'orizzonte.
Dopo aver raggiunto il punto di massima elevazione è cominciata la lunga discesa che - intervallata da brevi strappi in salita o in falsopiano - ha condotto, passando per fitte foreste, fino alla strada asfaltata in corrispondenza di Malga II Poste. E' stato proprio nel tratto finale di questa discesa che è avvenuto l'incidente di Franco e Luca. Dopo aver raggiunto la provinciale, mentre gli infortunati e i loro accompagnatori hanno proseguito sulla comoda strada sfaltata fino al parcheggio di Passo Sommo, per poi dirigersi in ospedale, il resto del gruppo, ridotto a 16 unità, ha proseguito l'itinerario nei prati, passando dapprima nei pressi di Malga I Poste e poi al Forte Cherle, altra fortezza austriaca, molto più grande ed imponente di quella visitata al mattino. Dal forte si è scesi ancora fino alla "Scala dell'Imperatore", una originale scalinata in pietra che sale su un colle nel bosco, realizzata - pare - in occasione della visita al fronte dell'Imperatore Francesco Giuseppe e riportata alla luce non molti anni or sono, dopo che il terreno l'aveva ricoperta completamente lasciandola nascosta per decenni.
Da qui si sarebbe dovuto affrontare un nuovo tratto nel bosco, ma la strada era sbarrata e chiusa al transito perchè il forte vento di qualche giorno fa ha provocato la caduta di numerosissimi abeti, letteralmente spezzati a 1 o 2 metri da terra e caduti a suola come stuzzicadenti. Del resto già nel tratto di discesa precedente, per ben tre volte, si era dovuto deviare dal sentiero per aggirare un albero caduto al suolo. Probabilmente in questo tratto il problema era ancora maggiore, per cui le autorità forestali hanno deciso per la chiusura.
Così si è dovuto scendere su asfalto fino alla località Zambel, dove è stato ripreso il tracciato originale. La deviazione ha comportato un taglio di 2 km per quanto riguarda la distanza da percorrere e di circa 130 metri per quanto riguarda il dislivello da superare. Non si segnalano pianti o gesti di disperazione per questa "perdita", anzi ...
Dopo aver ripreso il tracciato originale, si è saliti verso Malga Ortesino, per affrontare l'ultima salita di circa 3 km che ha condotto fino all'incrocio con la strada ex militare che sale dal Passo Sommo verso l'omonimo forte, percorsa al mattino appena partiti. Da qui sono rimasti un paio di km di discesa, dopodichè si è fatto rientro al luogo di partenza.
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Per quanto riguarda i dati tecnici, sono stati percorsi circa 46 km, mentre il dislivello è stato di 1.096 metri. I km dovevano essere 48 e il dislivello 1.229, ma si è resa necessaria una deviazione sulla strada asfaltata a causa dell'impraticabilità di un sentiero dopo la caduta di numerosi alberi nei giorni scorsi, letteralmente spezzati dal fortissimo vento e caduti proprio sul tracciato di MTB. L'altimetria è caratterizzata da un andamento assai nervoso, con molti tratti in salita alternati a discese e falsipiani. La salita più lunga è quella di Valbona, che va dalla galleria posta dopo M.ga Campo Azzarom fino a Forcella Valbona: sono circa 8,5 km con 500 metri di dislivello. GPM nei pascoli di Costa d'Agra (1.800).
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Nel parcheggio di Passo Sommo si esibisce la nuova divisa ufficiale
Poco prima delle 9,30 si parte
Lungo la prima salita ecco già un testimonianza della Grande Guerra: una
postazione di guardia austriaca
Il sole comincia a scaldare e la rugiada evapora creando un effetto nebbia nel
bosco
Il gruppo posa per la prima volta con la nuova maglia
Una vista posteriore della maglia, con il logo "RB" in materiale riflettente e lo sponsor
TRENTINO
Si riparte verso Forte Sommo. Walt, Walander e the Doctor tirano il gruppo
La salita prima di arrivare alla vecchia fortezza
Ecco le rovine di Forte Sommo
Dopo la breve visita si riparte in discesa, in direzione di Passo Coe
Eccoci al valico, dove imbocchiamo la strada asfaltata
Brucke nei pressi di Malga Zonta, tristemente famosa per l'eccidio nazista
dell'agosto '44
Inizia la discesa e incontriamo una stanga a chiusura dei pascoli. Il Presidente
si improvvisa "casellante"
Il Frà, al rientro da una lungo periodo di vacanze, esibisce una linea
"generosa"
La verde vallata coi pascoli delle malghe Campoluzzo Superiore, di Mezzo e
Inferiore
Il trenino dei Rinco procede in mezzo al verde dei pascoli
Un piccolo laghetto realizzato per far abbeverare il bestiame
Il passaggio nei pressi di una delle malghe Campoluzzo
La discesa sta per finire, l'ultimo tratto è praticamente in piano
Una sosta per ammirare il panorama sulle valli vicentine
In fondo alla discesa incontriamo un piccola galleria
Essendo breve, non c'è bisogno di illuminazione artificiale
Un tratto dell'impegnativa salita di Valbona: 8,5 km fino al valico, con fondo
spesso sconnesso
Uno dei tornanti finali dell'ascesa, ormai usciti dal bosco
L'arrivo al rifugio Rumor
Dal rifugio al passo manca ancora qualche chilometro e l'ultimo tratto è in single track
Il gruppo si ritrova al valico di Valbona. Adesso si mangia!
Non c'è bisogno di dare il via!
Il Frà, stanchissimo dopo la lunga salita, ha imitato gli antichi Romani,
mangiando sdraiato!
Dal valico di Valbona si scende per un breve tratto su asfalto
Lasciata la strada, torniamo nei pascoli in direzione del GPM di Costa d'Agra
Un suggestivo passaggio tra le rocce, letteralmente affettate per realizzare la
strada
L'arrivo a Costa d'Agra, un ampio panettone erboso il cui culmine raggiunge i
1.810 metri di quota
Ci buttiamo in discesa sull'altro versante
Scendendo di quota ritroviamo le conifere
Il sentiero, fino a qui compatto e scorrevole, si fa più sassoso
Un tratto totalmente all'ombra degli abeti, con il sottobosco completamente
fiorito
Franco, che è appena caduto, controlla i freni dopo che il Presidente ha dovuto
smontare la leva sinistra
per poter raddrizzare il manubrio che nell'urto si era incastrato oltre la
canna, piegando un tratto di telaio.
In fondo alla discesa l'ampio pascolo di Malga II Poste
Si torna a salire per raggiungere Forte Cherle
Il passaggio nei pressi dell'imponente fortezza austriaca
Lungo il sentiero che scende da Forte Cherle abbiamo incontrato diversi alberi
abbattuti dal vento, caduti in
mezzo alla via. In alcuni casi si doveva passare sopra, in altri sotto, in altri
deviare lateralmente nel bosco
La scala dell'Imperatore, realizzata nel 1917 in onore di Carlo d'Asburgo,
giunto in visita al fronte.
Il manufatto, che consta di ben 200 scalini in pietra, è tornato alla luce nel
1986 durante il lavori di
realizzazione del "Sentiero della Pace" e conduce in cima alla collina dove era
ubicato l'ospedale
L'ultima salita (dopo la deviazione a causa degli alberi caduti sul sentiero)
Ormai mancano 2 km in discesa. Anche questo giro è completato